Momenti di tensione per lo Sgombero Innse
Oggi alle 9.57
Lo stabilimento di via Rubattino è occupato da oltre un annoSgombero Innse, tafferugli in stradaGli operai e i giovani dei centri sociali si scontrano con la polizia e occupano la tangenziale
MILANO - Momenti di tensione domenica mattina a Milano per lo sgombero della Innse di via Rubattino,
autogestita e presidiata da oltre un anno da una quarantina di operai che si oppongono alla chiusura della fabbrica. Sul posto sono arrivati alcuni giovani dei centri sociali, per dare man forte agli operai. Ci sono stati alcuni momenti di tensione quando operai e manifestanti hanno bloccato per un paio di minuti la tangenziale. Si sono verificati anche tafferugli tra forze dell'ordine e manifestanti. Tutto però si è concluso in tempi brevissimi e la situazione si è calmata. Davanti alla Innse è rimasto il presidio dei lavoratori, in attesa di capire quali saranno le decisioni della Questura.
Tafferugli alla InnseLO SGOMBERO - Le forze dell'ordine avevano l'incarico di eseguire un provvedimento con cui la magistratura ha disposto la riconsegna dei macchinari, ormai venduti dal proprietario, e del sito industriale. Ci vorrebbe una settimana di tempo per permettere alle ditte interpellate di entrare nella fabbrica e smontare i macchinari. La vicenda della Innse si trascina dalla fine del maggio dell'anno scorso, quando l'imprenditore Silvano Genta comunicò ai dipendenti con un telegramma di aver avviato la procedura di mobilità. Da allora la fabbrica è stata autogestita dagli operai che hanno continuato a produrre.
Poco meno di un anno fa lo stabilimento è stato messo sotto sequestro dall'autorità giudiziaria, infine dissequestrato e da allora vigilato giorno e notte da un gruppo di operai.
Il 10 febbraio scorso c'era stato un altro tentativo di sgombero, ed erano scoppiati tafferugli tra gli operai, i giovani dei centri sociali e la polizia.
FERRERO: UN ABUSO - «Un atto proditorio e violento - denuncia Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se - che rende drammaticamente evidenti l'asprezza della crisi e del conflitto sociale e il cinismo padronale. Chiedo al prefetto di Milano e al ministro dell'Interno di intervenire per impedire questo abuso nei confronti dei diritti e del lotte del lavoro. Motivazioni e modalità dell'intervento repressivo alla Innse sono assolutamente inaccettabili, sia sul piano politico che sul piano morale. E non troveranno indifferente Rifondazione comunista, né la reazione del mondo del lavoro e democratico».
«MANTENUTI GLI IMPEGNI PRESI» - La Regione Lombardia attraverso una nota ha fatto sapere che «pur non essendo materia di sua competenza», «si è spesa da mesi per cercare una soluzione e un acquirente, il che purtroppo non ha potuto perfezionarsi e concludersi positivamente. Nessun altro impegno Regione Lombardia ha assunto se non quello di dedicare alla grave vicenda tutta la sua buona volontà, cosa che ha fatto fino in fondo».
«IL PREFETTO SOSPENDA LO SGOMBERO» - «Chiediamo l'intervento del prefetto di Milano affinché sospenda il provvedimento di smantellamento delle macchine e di chiusura del sito» hanno detto Maria Sciancati, segretaria della Fiom di Milano, e Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale, fuori dall'Innse. I due sindacalisti hanno anche spiegato che chiederanno già per lunedì un incontro con il governatore della Regione Roberto Formigoni «in quanto ci aveva dato il suo impegno per trovare una soluzione per l'Innse e ci aveva assicurato quindi che non si sarebbe proceduto con lo sgombero, anche perché c'è già un possibile acquirente dell'area e dello stabilimento».
ROSSONI: «NON LO SAPEVO» - E si è detto dispiaciuto Gianni Rossoni, il vicepresidente e assessore al Lavoro della Regione: «Non avevo sentore che potessero intervenire in questi giorni, ma c'era un provvedimento urgente del tribunale del maggio scorso. È da allora che stavamo rallentando». Rossoni ha ricordato la situazione difficile della Innse su cui la Regione ha aperto un tavolo subito richiuso «perché non c'erano le condizioni». Resta da vedere se nei prossimi giorni ci saranno le condizioni per aprire un nuovo tavolo. La questione dell'azienda di Lambrate è complessa, ha ricordato il vicepresidente, e coinvolge sia il proprietario della Innse ,sia l'immobiliare proprietaria dello stabilimento, sia eventuali acquirenti.
02 agosto 2009
KE VERGOGNA, DOVE è FINITO IL DIRITTO ALLO SCIOPERO, IL DIRITTO AL LAVORO, SANCITI DALLA COSTITUZIONE ITALIANA...RIMANGO SENZA PAROLE