L'anniversario - fini: «accertare la verità in tutti i suoi aspetti»
Strage di Bologna, fischi e polemiche
Contestato il ministro Bondi che replica: «Così umiliate la celebrazione». Napolitano: «Fu stagione violenta»
Strage di Bologna, fischi e polemiche
Contestato il ministro Bondi che replica: «Così umiliate la celebrazione». Napolitano: «Fu stagione violenta»
BOLOGNA - Ventinovesimo anniversario della strage nella stazione di Bologna. Fischi e contestazioni durante la cerimonia di commemorazione al ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi. Non appena ha preso la parola dal palco allestito in piazza Medaglie d'Oro, in tanti hanno interrotto più volte l'incipit del suo discorso. Dopodiché gran parte della folla radunata nella piazza ha voltato le spalle e si è allontanata. Bondi, che aveva appena cominciato a parlare a nome del governo, ha interrotto il discorso e ha detto rivolgendosi alla gente: «Così non rispettate il senso più profondo della commemorazione». Il ministro ha ripreso a parlare tra i fischi, sempre più forti, da parte di decine di manifestanti che gli chiedevano di andar via facendo il segno con la mano, e coprendo quasi interamente le sue parole. Allora Bondi ha interrotto il discorso e gridando, per farsi sentire meglio, ha detto: «Questa è la testimonianza del dialogo che io oggi offro. Questa è democrazia, non il fischiare senza nessuna ragione e nessuna giustificazione». Poi ha concluso: «Io vengo dal paese della strage di San Terenzo Bardine (strage nazifascista dell'agosto del 1944 nel comune di Fivizzano, in provincia di Massa Carrara, dove Bondi è nato, ndr). Lì sono morte 400 persone. So cosa vuol dire la democrazia e la libertà, non voi». Prima di Bondi, come da programma, erano intervenuti il sindaco di Bologna, Flavio Delbono, e il presidente dell'Associazione familiari delle vittime della strage, Paolo Bolognesi.
L'orologio della stazione di Bologna, fermo sull'ora della strage
L'orologio della stazione di Bologna, fermo sull'ora della strage
NAPOLITANO - E proprio a quest'ultimo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio di «vicinanza e solidarietà», con cui esorta a continuare «una riflessione collettiva» su quella «stagione di folle violenza terroristica» che portò anche all’attentato del 2 agosto 1980. «A ventinove anni dalla strage alla stazione di Bologna - scrive Napolitano - il mio pensiero va alle ottantacinque vittime di quel vile e terribile delitto, agli oltre duecento feriti - rimasti segnati dall'orrore di quella mattina - e al dolore dei loro famigliari. Quella strage - come altre che hanno dolorosamente segnato la vita della Nazione in quei tragici anni - fu frutto di una stagione di folle violenza terroristica che non deve essere dimenticata. Su di essa è necessario che prosegua una riflessione collettiva che ho ritenuto di sollecitare con i miei interventi in occasione del "Giorno della Memoria" per onorare le vittime e perpetuarne il ricordo presso le generazioni più giovani. Solo sviluppando un impegno costante di corretta trasmissione della memoria è possibile diffondere la cultura della convivenza pacifica e della consapevole partecipazione all’esercizio dei diritti nell’ambito della legalità costituzionale».
MESSAGGI - Secondo il premier, Silvio Berlusconi, «la tragedia vissuta da Bologna e dall'Italia tutta il 2 agosto 1980 è ancora viva nella memoria degli italiani». «Desidero esprimere con forza alla cittadinanza, anche a nome del Governo - scrive il capo del Governo - lo sdegno e la forte condanna di ogni forma di violenza e di terrore e il fattivo sostegno delle istituzioni per il quieto vivere sociale». Dal palco della cerimonia è stato letto solo il messaggio del presidente della Repubblica, sottolineato da un applauso della folla raccolta sul piazzale della stazione, mentre quando lo speaker ha citato gli altri messaggi, al nome di Berlusconi è partito qualche fischio. Anche il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, ha inviato un messaggio di solidarietà al sindaco di Bologna e ai familiari delle vittime della strage. «Desidero esprimere tutta la mia più intensa solidarietà e commossa vicinanza a Lei, signor sindaco, e ai familiari delle ottantacinque vittime del vile e orribile attentato che ventinove anni fa colpì la città di Bologna. «A tanti anni distanza - scrive Fini - ritengo sia dovere assoluto delle Istituzioni accertare la verità in tutti i suoi aspetti ricostruendo nella sua completezza i contorni di quell'oscura e torbida azione destabilizzatrice che si abbatté su Bologna e sull'Italia producendo tanti lutti e tante immani sofferenze. È un necessario servigio che si deve alla città, agli italiani e alla democrazia del nostro Paese». Per il presidente del Senato, Renato Schifani, il ricordo delle «vittime innocenti del terrorismo di quegli anni, di ogni matrice, promuova la formazione in Italia di una rinnovata coscienza democratica e di una nuova cultura della solidarietà, del dialogo e della convivenza civile». «Desidero - scrive Schifani - giunga alle famiglie e ai bolognesi tutti la mia partecipe vicinanza in questo giorno di memoria silenziosa e commossa». E mentre Daniele Capezzone parla di riaprire il caso Mambro-Fioravanti per andare al di là del «dogma della strage fascista», il segretario del Pd Dario Franceschini afferma: «Non si può dimenticare; non si può dimenticare non solo per la memoria delle tante vittime innocenti, ma perché in questo Paese ci sono ancora troppe cose non chiare e tante verità che non sono emerse». Franceschini si è poi detto dispiaciuto per la contestazione al ministro Biondi, osservando comunque che la piazza che commemora il 2 agosto «è sempre una piazza molto carica di tensioni».
ASSOCIAZIONE DELLE VITTIME - «La certezza della pena in questo Paese è riservata esclusivamente alle vittime ed ai loro familiari»: questo lo slogan che l'Associazione tra i familiari delle vittime ha scelto quest'anno per il manifesto commemorativo. Uno slogan che il presidente dell'Associazione Paolo Bolognesi ha richiamato mel suo intervento nel piazzale della stazione durante la manifestazione principale.
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