Sale a più di un miliardo, il numero di persone che soffrono la fame nel mondo. I raccolti non mancano, ma la crisi economica, che secondi i nostri politici del cazzo non c'è, riduce i redditi e fa aumentare la disoccupazione.
Ormai gli esperti le chiamano le "Tre F". Stanno per "Fuel", "Food" e Finance" (carburante, cibo e finanza) e sono tre fattori che sopraponendosi hanno avuto un forte impatto sulle famiglie povere. Da mesi l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricultura (FAO) avverte che la crisi economica, con il rincaro dei prezzi degli alimenti e del petrolio, avvrebbe fatto aumentare il numero di persone sottonutrite, oggi precisa l'ampiezza del fenomeno: nel 2009 soffriranno la fame circa 100 milioni di persone in più. Secondo queste stime, realizzate insieme al Programma alimentare mondiale (Pam) e al Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Fida), nel 2009 la sottonutrizione raggiungerà il livello record 1,02 miliardi di persone (11 % in più rispetto al 2008) superando così per la prima volta la soglia del miliardo. Nel 2005 erano circa 870 milioni le persone che soffrivano la fame. Stando alle tre agenzie dell'Onu, la crisi sta cancellando i progressi degli ultimi anni nella lotta alla fame.
L'agravarsi della situazione, spiega la Fao, non dipende dai cattivi raccolti, ma dalla crisi economica che ha ridotto i redditi i redditi e aumentato la disoccupazione. Il calo delle esportazioni ha lasciato molte persone senza lavoro. Sono aumentati i licenziamenti nell'industria mineraria e nel turismo. Sono diminuite le rimesse di denaro degli emigrati. Molti di quelli che lavoravano nelle città o all'estero, sono tornati nelle campagne. E poi, per molte famiglie, alla crisi economica si aggiunge l'elevato costo dei generi alimentari. Il prezzo dei cereali sulla borsa alimentare mondiale è sceso, ma a livello locale è rimasto alto, ed è ancora del 24 % più caro rispetto al 2006.
Di recente il Pam, ha realizzato un indice della crisi economica e alimentare, e ha individuato i 40 Paesi che saranno più colpiti. Inoltre ha compiuto uno studio su cinque Nazioni (Armenia, Bangladesh, Ghana; Zambia e Nicaragua) da cui è emerso che le famiglie rispondono alla crisi in modo simile: riduzione del numero dei pasti, scelta alimenti meno cari, ma anche meno nutrienti (per esempio, eliminazione della carne), vendita del bestiame, prestiti, descolarizzazione dei bambini. "Quelli colpiti più duramente non sono necessariamente i più poveri, ma una nuova categoria che deve far fronte a un rapido scivolamento nella miseria", spiega il Pam.
"Le persone che seguiamo, le più vulnerabili, non sono direttamente colpite dalla crisi finanziaria, ma subiranno contraccolpi delle difficoltà delle classi medie che, se soffrono, potranno aiutarle di meno", spiega Ludovic Bourbé, direttore tecnico di Action contre le faim. Nel Ciad, racconta, la sua organizzazione umanitaria, ha visto che alcune donne ricevono meno spesso le rimesse dei loro uomini che lavorano lontano, o comunque ricevono somme inferiori. Quantificare l'impatto della crisi è ancora difficile, ma Bourbè ammette che i licenziamenti e il ritorno a casa dei lavoratori che da fuori potevano mantenere anche 10 persone sono allarmanti.
QUESTI DRAMMATICI AVVENIMENTI RIPORTATI NELL'ARTICOLO SOPRA, SONO NOTIZIE FONDATE SU DATI FORNITI DALLA FAO E SONO DA PRENDERE SERIAMENTE IN CONSIDERAZIONE, MENTRE NOI STIAMO A BRACCIA CONSERTE DI FRONTE A TUTTO QUESTO. IL SILENZIO E' LA SCONFITTA DEI DEBOLI. DOBBIAMO REAGIRE ED IN FRETTA PER EVITARE CHE OGNI GIORNO QUESTO NUMERO POSSA DIVENTARE SEMPRE PIU' ALLARMANTE. IO DICO BASTA!!!!!!!!!!!!
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