Nei mesi scorsi, è stata affrontata spesso questa delicata questione, nel mio blog. Si è parlato di quegli Stati che si sono aperti al cambiamento, che hanno offerto la possibilità di sposarsi liberamente anche alle coppie omosessuali. Oggi, purtroppo, sono stato costretto a fare il contrario, ovvero raccontare quel che sta succedendo in questi giorni in Russia.
Infatti, lo scorso giugno il presidente Putin e il governo russo, hanno approvato una legge che bandisce la presenza di coppie gay sul territorio russo, aggiungendo inoltre che i bambini non devono essere a conoscenza dell'omosessualità. Ad alimentare ulteriormente la polemica in questi giorni, ci ha pensato la "plurimedegliata" russa del salto in alto Yelena Isinbayeva che, a seguito delle proteste pacifiste di molti atleti durante i Mondiali di Atletica di Mosca, ha espresso il suo assenso alla politica adottata dal governo, criticando coloro che hanno che si sono opposti a queste leggi dal sapore razziale ed ha per giunta difeso le scelte del suo paese, negando l'esistenza delle coppie gay in Russia, dicendo: "Siamo gente normale: i ragazzi vivono con le donne e le ragazze con gli uomini." Parole forti, toccanti, discriminatorie che hanno scioccato l'opinione pubblica che non si aspetta certo parole così aspre da una "reginetta" dello sport che negli passati aveva mostrato ed espresso i suoi modi delicati e gentili. Successivamente la Isinbayeva ha smentito affermando, per giustificarsi che non conosce bene l'inglese e che, dunque, è stata fraintesa.
Io credo invece, che è stata intesa benissimo ed è chiaro che le sue parole, il suo pensiero è frutto, purtroppo di una politica che non appartiene alla Russia, di un'educazione sbagliata che non porterà da nessuna parte perché non è discriminando l'altro, che sia per sesso e identità sessuale, che sia per razza o appartenenza sociale, che un Paese accoglie e sviluppa un processo di sviluppo. Discriminando, si va solo verso la decadenza e la regressione culturale. Essendo dunque, sconcertato dalla legge emanata dal governo russo e dalle dichiarazioni della "zarina" mi chiedo, cosa sarebbe successo se i russi avessero accolto i principi educativi di Dewey e Makarenko? E se avessero accolto il loro principio di democrazia che non vedeva distinzioni e discriminazioni? Beh credo proprio che oggi, avremmo parlato di altro, avremmo parlato di libertà, di sport e di sorrisi ed emozioni che un evento sportivo di queste dimensioni dovrebbe fare normalmente portare, perché lo sport unisce e alimenta la condivisione e la Pace tra i popoli.
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