“Non perdete la speranza”. Bagno di folla ieri per il primo discorso dopo la libertà della leader birmana Aung San Suu Kyi.
Vestita di blu con un fiore giallo tra i capelli la dissidente birmana Aung San Suu Kyi, liberata sabato dalla giunta militare dopo 7 anni di arresti domiciliari, ha parlato ieri dalla sede del suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia, a Rangoon, davanti a 40 mila persone. “Non perdete la speranza – ha esortato alla folla – C’è democrazia quando il popolo controlla il governo. Accetterò che il popolo mi controlli. Dovete resistere per quello che è giusto. Alla base della libertà democratica deve esserci la libertà di parola.” L’icona della dissidenza birmana ha bisogno del suo popolo e ha detto di “non temere le responsabilità”, aggiungendo di “aver bisogno dell’energia della popolazione” e che ha intenzione di lavorare “per migliorare il livello di vita” in Birmania. “Se vogliamo ottenere quello che vogliamo, dobbiamo farlo nel modo giusto”. La leader democratica birmana ha detto di non nutrire ostilità nei confronti di chi la ha privata della libertà per tanti anni e di essere stata trattata bene. “Gli ufficiali della sicurezza mi hanno trattato bene. Voglio chiedere loro di trattare bene anche il popolo”, ha aggiunto.
Tra le prime questioni di cui si occuperà, secondo gli osservatori, ci sarà la revoca delle sanzioni internazionali, un provvedimento che in passato Suu Kyi aveva appoggiato, ma che ora ritiene colpisca il popolo e non la giunta militare.
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