Una legge contro la diffusione di discriminazioni e razzismo. Nel mirino anche i media. Polemiche contro la decisione di Morales
Dopo l'approvazione da parte della Camera dei Deputati della nuova legge contro il razzismo e la discriminazione, in Bolivia è scattata inesorabile la corsa alla polemica. E come al solito la partita fra esecutivo e oppositori non vedrà esclusi i colpi bassi. Nodo della discordia un articolo che indica che "il media che autorizzerà e pubblicherà idee razziste e discriminatorie sarà passibile di sanzioni economiche e della sospensione della licenza".
La nuova normativa, che dovrà adesso andare in discussione al Senato, prevede che le pene siano dunque piuttosto elevate. Ed è stata proprio questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso dell'opposizione, che coglie al volo ogni occasione per attaccare l'esecutivo di Evo Morales. La nuova legge infatti, prevede che anche i mezzi di comunicazione siano soggetti a sanzioni in caso di diffusione di idee razziste o discriminatorie. Fatto che ha messo sul piede di guerra tutte le opposizioni del Paese che ritengono che la nuova misura vada ad intaccare la libertà di espressione.
L'accusa principale mossa a Morales è quella di voler zittire il dissenso e quindi di mettere il bavaglio anche ai mezzi di comunicazione non propriamente vicini al presidente. Fatto assolutamente rigettato da Morales e dai membri dell'esecutivo. "Il mio lavoro è quello di sradicare i razzisti che sono a capo dei mezzi di comunicazione. E questa norma darà fastidio solo a quelle persone che diffondono razzismo attraverso un microfono. Non metteremo a tacere i media e mai lo faremo" ha detto il presidente.
La battaglia politica è aperta e l'opposizione ha già fatto sapere che presenterà ricorso per la presunta incostituzionalità, soprattutto per gli articoli che si riferiscono ai mezzi di informazione della nuova legge. "E' come mettere una morsa ai media nello stile di Chavez, il presidente del Venezuela, anche se qui in Bolivia lo si sta facendo in un modo dissimulato" ha detto Mauricio Muñoz capo dell'opposizione alla Camera dei Deputati che ha anche sottolineato che Convergencia Nacional, gruppo di cui fa parte, "rifiuta categoricamente ogni forma di razzismo da qualsiasi parte provenga". Di diverso avviso Marinela Paco, presidente della Commissione per i diritti umani. "Le parole dell'opposizione sono menzogne" ha detto la Paco, che ha aggiunto come l'indignazione dell'opposizione sia la conferma di come "permettano, diffondano e amplifichino espressioni razziste e discriminatorie".
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