Sono passati anni, mesi, giorni, sono passate generazioni, sono passati ideali e pensieri, ma quando ci sono persone che condividono lo stesso modo di pensare, si ritrovano uniti a piazza a manifestare contro qualcosa o qualcuno. Negli ultimi anni abbiamo assistito a forti manifestazioni di piazza che hanno destabilizzato i regimi, le città, i politici e la stampa. Momenti di piazza che hanno stravolto le gerarchie e la condizione politica, così come negli anni è successo e sta succedendo nei Paesi del Nord Africa e nel Medio Oriente. Negli ultimi mesi, per un assurda coincidenza sono state nel vortice dei mass-media due piazze con la T, ovvero Piazza Tahrir e Piazza Taksim, 2 piazze scese per manifestare a per ragioni diversi ma unite dallo stesso principio contro i governi che prendono decisioni bizzarre, assumendo un atteggiamento dittatoriale, dopo che quei popoli li avevano votati democraticamente. In Piazza Tahrir (Il Cairo, Egitto) la protesta dura, quasi ininterrottamente da 2 anni, quando per la prima volta nel 2011, 50 mila sono scesi in piazza per dire basta al regime di Mubarak, che dopo una lunga trattativa rassegnò le dimissioni. Ma non finì così, ci furono le elezione e la vittoria di Morsi scatenò un momentaneo istante di felicità ma durò poco perché non appena salì al governo, gli egiziani si accorsero che niente era cambiato dal precedente regime totalitario. Così, a maggio scorso, le proteste sono tornate con insistenza ed anche Morsi è stato duramente criticato, tanto che si è arrivati ad un "golpe bianco" indetto dalla magistratura, ed ora Mohamed Morsi è agli arresti domiciliari ed al governo c'è l'esercito.
A non pochi chilometri di distanza, nello stesso periodo, un'altra piazza, ovvero Piazza Taksim (Istanbul, Turchia) è scesa per protestare contro il governo, ma questa non fu una protesta politica, bensì una protesta strutturale per il futuro della piazza stessa. Infatti Piazza Taksim, che ospita anche il Parco Gezi che sarebbe stato cancellato, demolito dalla costruzione di un centro commerciale, ma il popolo ha detto no, ed ha protesta pacificamente, contro questa decisione che al momento sembra rinviata, anche se il governo sembra non aver del tutto abbandonato l'idea.
E così, da una piazza all'altra, da una generazione all'altra, la memoria non può che tornare a Piazza Tienanmen che vide un'accesa protesta nel 1989, ma nonostante tutto, non è questione di stesse iniziali, ma è solo coincidenze, vorrei solo farvi capire che se una protesta è pacifica ed giusta, la piazza è unita per dissentire, per dire NO alle decisioni e la promulgazioni di leggi del governo. E forse anche noi italiani, sempre pacificamente, dobbiamo prendere spunto, scendere in piazza e dire basta a questa situazione che ormai non è più tollerabile, perché se ci si impegna la Piazza, può farsi sentire.