Post di Pace...

venerdì 14 gennaio 2011

Haiti, un anno dopo

Dati tremendi a un anno dal sisma. E la comunità internazionale latita

E' passato un anno da quel terribile 12 gennaio, quando la terra haitiana ha tremato tanto forte da distruggere praticamente tutto quello che le stava costruito sopra. Insieme alla distruzione, il terremoto si è portato via centinaia di migliaia di vite umane.
Oltre 220mila sono i morti accertati. Almeno il 35 percento delle vittime aveva meno di 18 anni.
La situazione a 365 giorni da quei terribili minuti non è affatto migliorata. La comunità internazionale non è stata in grado di far partire la macchina della ricostruzione e tutt'oggi circa un milione di persone, fra loro almeno 400mila bambini, vive nelle tendopoli alla mercé di tutto.
A subire le conseguenze di una situazione tragica che non vede una luce di speranza sono i più piccoli.
Secondo le ultime stime, sono almeno 14 mila i minori che sarebbero costretti a lavorare. Più di 4 mila, anche se potrebbero essere molti di più, dormono per le strade delle città, soprattutto nella capitale Port au Prince.

Unicef lancia un altro allarme: molti bambini haitiani sarebbero oggetto di rapimenti per adozioni illegali all'estero. Un affaire redditizio per i trafficanti di uomini che il sisma ha soltanto potuto amplificare. Alcuni mesi fa al confine con la Repubblica Dominicana almeno 1.800 minori sono stati fermati dalle autorità e sottoposti a verifiche. Alcuni di loro erano stati sequestrati. Anche l'aeroporto non è immune da certe storie e sono molti i controlli sui bambini che passano da lì.
Nel frattempo, la ricostruzione promessa fatica ad essere avviata, il colera miete decine di vittime, la politica non dà sufficienti garanzie.
Nemmeno la tornata elettorale ha dato garanzie per una futura stabilità politica dell'isola. La notizia delle ultime ore, infatti, è alquanto clamorosa. Secondo quanto si legge dalle pagine del Washington Post "Un team internazionale di monitoraggio consiglia di escludere il candidato appoggiato dal governo di Haiti dal ballottaggio presidenziale in favore di un musicista popolare finito terzo vicino nei risultati ufficiali impugnati, secondo una copia della relazione ottenuta lunedì da The Associated Press. La relazione dal team dell'Organizzazione degli Stati Americani è stata presentato lunedì al presidente Rene Preval". Insomma, l'ennesima conferma che forze possano essere in grado di gestire, sovvertire e decidere le sorti di quello che da sempre è considerato uno dei paesi più poveri e sottosviluppati del pianeta. E che per l'incapacità e la malafede delle grandi potenze mondiali resterà in questa situazione per molto tempo ancora.

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