Post di Pace...

domenica 19 dicembre 2010

Desaparecidos: per la prima volta, una luce di speranza

La Colombia ha aderito alla Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone scomparse con la forza. Per un paese che conta almeno 50mila vittime di sparizione forzata, è una rivoluzione. La Colombia ha detto sì. Con voto unanime del Parlamento, il paese sudamericano ha aderito alla Convenzione internazionale per la protezione di tutte le persone scomparse con la forza. Lanciata dall'Onu nel 2006, era stata rigettata con forza dal governo di Alvaro Uribe per il machiavellico ruolo che ha sempre mantenuto nel paramilitarismo e nel terrorismo di Stato, fra i principali colpevoli di un crimine ormai usuale in Colombia. Questa decisione, dunque, per un paese martoriato e assuefatto alle desapariciones forzosasas è una sorta di rivoluzione. Non solo: con il sì di Bogotà i paesi Onu ad averla sottoscritta diventano 20 e la Convenzione potrà entrare finalmente in vigore in tutti gli stati membro. "È una conquista formidabile", ha dichiarato Iván Cepdeda, lo storico difensore dei diritti umani, ora parlamentare d'opposizione per il Polo democratico, che ha trainato la campagna per il sì con la sua ormai proverbiale energia. Già passata in Senato nel 2009, ha ricevuto 88 voti favorevoli su 88 alla Camera dei Deputati, e adesso aspetta soltanto di essere ratificata dal neo-presidente Juan Manuel Santos, dopo essere stata passata al vaglio della Corte Costituzionale. Si tratta di un trattato vincolante che definisce la sparizione forzata come una delle più gravi violazioni dei diritti umani e che inchioda ogni Stato che si rifiuterà di dare informazioni su qualsiasi persona fermata o arrestata.
Quattro i punti fondamentali della Convenzione. Lotta all'impunità. Ogni Stato ha l'obbligo da far comparire davanti alla giustizia i responsabili del delitto. Se questo fosse commesso in altre giurisdizioni, scatta l'estradizione. Prevenzione. Tutti i luoghi di detenzioni devono essere ufficiali e i detenuti devono poter comunicare con l'esterno, con i familiari e con l'avvocato. Garanzia dei diritti delle vittime. Innanzitutto la Convenzione stabilisce che le vittime non sono soltanto i desaparecidos, ma anche i loro familiari. Quindi i parenti hanno il diritto di sapere il destino del loro caro e di ricevere un riparazione per il danno subito. Applicazione della legge. Da ora in poi, un Comitato di dieci esperti internazionali vigilerà sull'applicazione della Convenzione, passerà al vaglio la documentazione di ogni Stato e riceverà eventuali denunce di singoli casi.
"Ora le vittime hanno uno strumento che permette loro di reclamare i propri diritti davanti a istituzioni che faranno davvero qualcosa e che non sono pura retorica" ha aggiunto Cepeda, spiegando che per un contadino colombiano poter ricorrere alla protezione internazionale è davvero una grande garanzia. I diritti in Colombia sono stati negli ultimi anni privilegio di pochi, tanto che sono proliferate in tutte le zone più remote del paese Organizzazioni non governative straniere specializzate nell'accompagnare la gente vittima di minacce e soprusi. La sola presenza di un internazionale trasforma vittime inermi in cittadini coscienti e da rispettare. E il nemico è il più delle volte quello Stato che dovrebbe invece proteggerli. "Cinquantamila - incalza il deputato del Polo - sono circa cinquantamila i colombiani scomparsi nel nulla. E si tratta di cifre approssimative. Il mio paese è fra i primi al mondo per numero di desaparecidos forzados. E potrebbe addirittura aver raggiunto se non superato il triste primato dell'Argentina". Ma aggiunge: "Paradossalmente la cosa più grave non sono le cifre, ma il fatto che questo crimine continua ogni giorno anche ora. Non è una tematica che appartiene alla memoria del paese, è un tema di drammatica attualità". Ad aver ratificato l'accordo sono Albania, Argentina, Bolivia, Burkina Faso, Cile, Cuba, Ecuador, Spagna, Francia, Germania, Honduras, Giappone, Kazakistan, Mali, Messico, Nigeria, Paraguay, Senegal, Uruguay. Manca l'Italia. E mancano paesi latinoamericani come il Perù, il Brasile e il Guatemala legati a un tragico passato di sparizioni di massa. "Anche loro dovrebbe firmare", conclude Cepeda.

venerdì 10 dicembre 2010

Nobel per la pace...Liu Xiaobo attende la cerimonia di oggi per ritirare il Nobel, ma il mondo non è daccordo, e tutto questo è inspiegabile...

PECHINO - A poche ore dall'inizio della cerimonia di Oslo, nella quale il premio Nobel per la pace 2010 verrà simbolicamente consegnato al dissidente detenuto Liu Xiaobo, la polizia cinese ha rafforzato le misure di sicurezza volte a impedire che l'avvenimento venga celebrato dai suoi amici e sostenitori. La sorveglianza è stretta intorno al complesso residenziale dove la moglie del premio Nobel, Liu Xia, è da due mesi agli arresti domiciliari, tagliata fuori dalle comunicazioni col resto del mondo. Secondo il gruppo Chinese Human Rights Defenders, l'attivista e amico del premio Nobel Zhang Zuhua, gli avvocati democratici Li Fangping e Teng Biao, il giornalista Gao Yu e altre decine di personaggi "pericolosi" sono stati costretti a lasciare la capitale e vengono sorvegliati a vista.

I siti web di alcuni mezzi di comunicazione internazionali, tra cui le reti televisive Cnn e Bbc, sono inaccessibili da ieri. In un comunicato, la Bbc ha confemrato che "tutti" i suoi siti "non solo quelli d'informazione" sono bloccati in Cina". I siti del Comitato per il Nobel sono irraggiungibili da ottobre per i 420 milioni di internauti cinesi. Numerose automobili della polizia sono parcheggiate davanti ai cancelli dell'Ambasciata della Norvegia a Pechino, che potrebbe essere oggetto di proteste da parte dei nazionalisti cinesi. In occasione della Giornata internazionale per i diritti umani, che si celebra oggi, il segretario di stato americano Hillary Clinton ha reso omaggio in una dichiarazione a Liu Xiaobo e ne ha chiesta l'"immediata liberazione". Il vincitore del Nobel sta scontando una condanna a 11 di prigione per i suoi scritti a favore della democrazia.

OSLO, TUTTO PRONTO,SI CONTANO DISERZIONI - Tutto è pronto a Oslo per la cerimonia di consegna, domani, del premio Nobel per la Pace 2010 al dissidente cinese Liu Xiaobo, che essendo in una cella dove sconta 11 anni per asserita "sovversione" sarà ovviamente assente. Al suo posto, una sedia vuota, un simbolo "forte" ma anche "molto triste", nelle parole della leader democratica birmana Aung San Suu Kyi, Nobel a sua volta nel 1991. Ma quella del 54enne professore cinese non sarà l'unica assenza: dietro pressioni di vario tipo della Cina, molti paesi hanno deciso di non inviare i propri emissari tra cui - ovviamente - Pechino, ma anche la Russia e l'Iran. Saranno invece presenti gli Usa, che a Oslo hanno mandato l'ex leader della camera dei rappresentanti Nancy Pelosi. Secondo l'ultimo computo del comitato per il Nobel (la cerimonia si terrà a partire dalle 13 ora italiana di domani), nonostante l'invito diserteranno con diverse motivazioni ufficiali Afghanistan, Algeria, Arabia Saudita, Argentina, Cina, Colombia, Cuba, Egitto, Iraq, Iran, Kazakhstan, Marocco, Pakistan, Russia, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia, Venezuela e Vietnam. Secondo gli osservatori, la maggior parte di questi paesi ha importanti legami economici con la Cina, e vuole evitare ritorsioni

COMITATO NOBEL, PREMIO A LIU XIAOBO NON E' CONTRO CINA - Il Nobel per la pace 2010 al dissidente cinese Liu Xiaobo "non è un gesto contro la Cina": lo ha detto il presidente del comitato che assegna il premio, Thorbjoern Jagland. "Non è un premio contro la Cina", ha assicurato Jagland in conferenza stampa, alla vigilia della cerimonia di consegna domani a Oslo, "E' un premio che onora il popolo cinese". Normalmente è la personalità premiata che tiene la conferenza stampa il giorno antecedente alla premiazione, ma Liu resta in carcere, dove sconta 11 anni di reclusione con l'accusa di "sovversione". Il presidente ha detto che al grande progresso economico cinese deve corrispondere un eguale progresso nelle riforme politiche e nell'apertura della società civile, sui quali è opportuno mantenere alta la pressione. "In larga misura, il futuro del mondo è nelle mani di questo grande paese", ha notato. Liu, 54 anni, verrà rappresentato da una sedia vuota alla cerimonia. Jagland l'ha definita "un simbolo forte che illustra in che misura il premio a questa personalità sia appropriato".

CINA, BLOCCATI SITI WEB MEDIA STRANIERI - I siti web di alcuni mezzi di comunicazione internazionali, tra cui quelli delle reti televisive Bbc e Cnn e dell' agenzia giapponese Kyodo risultano irraggiungibili dalla Cina. Numerosi tentativi di collegarsi ai siti hanno dato come risultato la comparsa dell' avvertimento "il sito è fuori servizio o temporaneamente troppo occupato". Le trasmissioni della Bbc sono state interrotte quando è cominciato un servizio da Oslo, dove domani si terrà la cerimonia di consegna del premio Nobel per la pace 2010 al dissidente cinese Liu Xiaobo, che sta scontando una condanna ad 11 anni di prigione per i suoi scritti in favore della democrazia.

WALESA, SO CHE SIGNIFICA IO NON POTEI PARTIRE - ''Noi Nobel per la pace dovremmo fare qualcosa, lanciare un'iniziativa sul caso Liu Xiaobo, la Cina ha bisogno di riforme, anche se con la dovuta lentezza''. E' l'opinione di Lech Walesa, padre della rivoluzione polacca e premio Nobel per la pace, in un'intervista a La Repubblica. Come l'attivista cinese, anche Walesa non pote' partire per ritirare il premio. ''Io allora lottavo per la liberta' con ogni metodo non violento - afferma - anche con il Nobel. So cosa vuol dire non poter partire o temere per chi parte a nome tuo. Pensai che il regime avrebbe potuto non farmi tornare, li conoscevo''. Parti' al suo posto la moglie. ''Se avessero impedito il rientro alla madre dei miei figli, sarebbe stato uno scandalo troppo grave'', aggiunge. Walesa racconta che, in occasione di un incontro tra Nobel per la pace in Giappone, insieme a Gorbaciov avrebbe voluto organizzare un gruppo per rappresentare Liu Xiaobo ma sia il leade polacco che quello russo sono stati fermati da una malattia. Nei confronti della Cina, Paese in cui il ''comunismo e' fallito'', Walesa propone di ''presentarsi uniti come europei, poi, insieme agli Usa per sedersi al tavolo con la Cina. Solo cosi' Pechino ci prendera' sul serio e avviera' un dialogo. Sono un amico di quel Paese ma se non cambia, non potra' avere un rapporto con noi''.
da: Ansa.it

venerdì 3 dicembre 2010

Storie di Pace...Don Aniello Manganiello, il prete che ha fatto tremare la Camorra



Don Aniello Manganiello, una storia di Pace tra le strade di Scampia, il quartiere di Napoli, conosciuto alle cronache come il "covo" della Camorra.

La storia di oggi, è raccontata attraverso un'articolo di qualche mese, quando Don Aniello Manganiello, parroco di Scampia, operatore di Pace, è stata mandato via dalla sua parrocchia per timore che la Camorra potesse ucciderlo.

Un vero operatore di Pace, è colui che ha il coraggio d denunciare pacificamente le proprie idee difendendole con coraggio, senza arrendersi mai.

giovedì 2 dicembre 2010

Myanmar, Aung San Suu Kyi riabbraccia il figlio dopo dieci anni

Lo ha atteso all'aeroporto di Yangon

Kim Aris riabbraccia finalmente la madre Aung San Suu Kyi dopo dieci anni. L'incontro è avvenuto all'aeroporto di Yangon, dove il figlio è atterrato in arrivo da Bangkok.

Il trentatreenne, figlio minore della leader democratica della Birmania, attendeva in Thailandia il visto per poter entrare nel Paese, dopo esserselo visto negare per anni. La leader democratica si trovava agli arresti domiciliari da quando aveva vinto le elezioni nel 1990, senza poter usare telefono e internet e con limitati contatti con l'esterno. Kim Aris risiedeva in Inghilterra.

Colombia, stop alle mutilazioni genitali femminili tra gli indigeni

Gli Embera, terzo gruppo di indios del Paese, annunciano la fine della pratica

Definitivamente abolite le mutilazioni genitali femminili tra gli Embera, terzo gruppo di indios della Colombia, con una popolazione stimata intorno alle 71mila persone, secondo dati Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati.

La pratica, attuata da secoli sulle bambine della comunità nomade, era criticata dal governo di Bogotà e dalle organizzazioni internazionali.

Due anni fa la comunità aveva sospeso provvisoriamente le mutilazioni, e oggi ha annunciato ufficialmente che saranno definitivamente abolite.

Una decisione, secondo la stampa locale, presa dopo aver visto il film Fiore del deserto, tratto dall'omonimo best seller di Waris Dirie, che racconta il dramma di 150 milioni di donne nel mondo come consequenza di questa pratica.

3 DICEMBRE 2010. GIORNATA INTERNAZIOLE DELLE PERSONE DISABILI.



3 DICEMBRE 2010. GIORNATA INTERNAZIOLE DELLE PERSONE DISABILI.
Dobbiamo dire basta ad ogni forma di discriminazione sociale che privano i disabili dei propri diritti. Non dobbiamo più sostenere la disuguaglianza, ma rafforza l'uguaglianza.
Ogni persona disabile è una RISORSA da amare.

2 DICEMBRE 2010. GIORNATA MONDIALE PER L'ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITU'.



2 DICEMBRE 2010. GIORNATA MONDIALE PER L'ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITU'.
Nel mondo a nostra insaputa ci sono ancora per persone, anzi uomini che lavorano e vivono in condizioni di schiavitù. Non dobbiamo restare indifferenti ma fare in modo che nel mondo non ci sia più schiavitù, ma solo dignità e libertà.

1 DICEMBRE 2010. GIORNATA MONDIALE PER LA LOTTA ALL'AIDS.



1 DICEMBRE 2010. GIORNATA MONDIALE PER LA LOTTA ALL'AIDS.
Nel mondo miolioni di persone sono affette da AIDS e muoiono perchè non hanno la possibilità di curarsi o perchè i politici del mondo non danno la possibilità a queste persone di curarsi. Sono anni che muoino persone innocenti che hanno aspettato un vaccino che non è mai arrivato.
Diciamo basta all'AIDS, doniamo a tutti la VITA.

30 NOVEMBRE 2010. GIORNATA MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE.



30 NOVEMBRE 2010. GIORNATA MONDIALE CONTRO LA PENA DI MORTE.
La pena di morte è un crimine che ogni giorno nel mondo viene compiuto come atto brutale contro la dignità umana. Aboliamo la Pena di Morte, Doniamo la vita.

Giornate Mondiali della Solidarietà...Ecco quello che sosteniamo nel mese di dicembre

NEL MESE DI DICEMBRE, COME IN TUTTO IL CORSO DELL'ANNO, SONO MOLTE LE GIORNATE MONDIALE PER LA SOLIDARIETA' PER RICORDARE E SOSTENERE I NOSTRI FRATELLI NEL MONDO. TUTTE QUESTE GIORNATE DI SENSIBILIZZAZIONE SOCIALE, SONO IMPORTANTI E DOBBIAMO FARE IN MODO CHE TUTTI NOI POSSIAMO APPLICARCI CONCRETAMENTE ED EDUCARE ALLA PACE E ALLA NON VIOLENZA, PERCHE' NON SI POSSONO PIU' ACCETTARE DISCRIMINAZIONI E TORTURE BRUTALI SUGLI UOMINI, LE DONNE, I BAMBINI. TUTTI DOBBIAMO ESSERE LIBERI DI VIVERE LA NOSTRA VITA SERENAMENTE IN PACE E LIBERTA'.
TUTTE LE GIORNATE DI SOLIDARIETA' DEL MESE DI DICEMBRE LE TROVERETE NELLA PAGINA EVENTI DI PACE.
QUESTO E' IL MIO MODO PER RESTARE VICINO A MIEI FRATELLI E PER SENSIBILIZZARE IL POPOLO MONDIALE CHE DI FRONTE ALLE BARBARIE CHE CI SONO NEL MONDO, RESTA SEMPRE INDIFFERENTE.