Post di Pace...

mercoledì 30 settembre 2009

VOGLIA DI LIBERTA', L'ITALIA ORMAI E' SOTTO IL REGIME DI BERLUSCONI, MA STATE ZITTI CHE GLI ITALIANI NON SE NE SONO ANCORA ACCORTI

E' già, proprio cosi, l'Italia, la nostra bella Italia è sotto regime, il regime di destra nato con la demenziale politica di Silvio Berlusconi. Berlusconi, imprenditore ignorante, che occupa incontrastato la scena politica italiana, ormai da molti anni, non siscoraggia di fronte alle continue accuse rivolte nei suoi confronti. Anzi, si sente sempre più forte e intoccabile con l'emazione delle sue leggi fascistissime. Non a caso, le chiamiamo leggi fascistissime, perchè gli utlimi decreti proposti, e successimente approvati dal Parlamento italiano, che lo appoggia, sono sicuramente di stampo razzista e discriminatorio per la nostra società. Primi su tutti a farne le spese, sono i poveri immigrati in cerca di dignità, che vengono prima accolti a Lampedusa, dove vengono tenuti reclusi per mesi costretti a subire atroci violenze, poi vengono rispediti nei loro paesi, senza che gli venga concessa loro la possibilità di vivere liberamente nel nostro Paese, cosi come sancisce la nostra Costituzione italiana. Inoltre istuisce le ronde fasciste, che hanno il compito di controllare e violare la privacy dei cittadini stranieri. Berlusconi non si ferma, mette i militari per difendere, come dice lui "Le belle donne, praticamente due militari per ogni bella donna", ma non si rende conto che le nostre città sono sotto assedio militare. Per finire il Berluscoglioni, se la prende con la stampa, che non è più libera di fare il suo lavoro. Li accusa di diffamazione nei suoi confronti perchè quel dicono sul suo conto non è vero. Insomma, adesso la situazione è chiara Berluscoglioni, è l'uomo più pulito d'Italia, lui non è colpevole di niente, non è mai stato indagato e non mai fatto festini con escort e veline per candidarle al Parlamento. Un'altra questione drammatica è la guerra in Afghanistan, che viene detta missione di pace, ma è una vera e propria guerra, dove continuano a morire i militari mercenari che vanno li per qualche spicciolo in più. Ricordiamo a nostri politici, anzi ai vostri perchè a noi non ci rappresentano, che la pace non si porta con le armi, ma con le azioni benefiche concrete, con il dialogo.
IO NON MI SENTO ITALIANO, COME DICEVA IL GRANDE GABER, IO NON MI SENTO ITALIANO DI FRONTE A QUESTO SCHIFO, L'ITALIA E' UN PAESE LIBERO E CONTINUERA' AD ESSERLO, SIAMO LIBERI IN UN PAESE DEMOCRATICO E PRESTO LA DITTATTURA DI BERLUSCOGLIONI SARA' DISTRUTTA, DEMIOLITA.

lunedì 21 settembre 2009

IO SONO LIBERO...SONO UN'UOMO LIBERO...è LA LIBERA E' LA MIA LIBERTA' DI ESPRESSIONE

Il 19 settembre scorso, doveva tenersi a Roma, la manifestazione a favore della libertà di stampa ed espressione, in difesa dell'articolo 21 della Costituzione Italiana, articolo che in questo periodo è preso di mira dai nostri politici, che non accettano verità scomode che li interessano e stanno continuando a svolgere la loro politica assurda. Proprio così i giornalisti, ora, secondo i politici, non hanno più il diritto e la libertà di fare il loro lavoro, perchè sono criticati e accusati ingiustamente di diffamazione. E' una vergogna poter pensare che un giornalista venga accusato di tale colpa, quando si sa che sta svolgendo il proprio lavoro, ma in fondo cosa ci si può aspettare da questa orrenda classe politica che non ci appartiene? La risposta certo non posso darla io o noi, poveri uomini ingiusti, sempre secondo il "perfettissimo" governo Berlusconi. Ma in fondo cosa ci si può aspettare da un governo di trogloditi, che non sanno neanche parlare? Che dire, è arrivato il momento di fare qualcosa, agire contro questa politica, ma non è che si vuole fare un attacco al colore o al partito politico in se, ma bisognerebbe fare una campagna di "distruzione" contro tutta la classe politica, perchè se in fin dei conti c'è un destra incapace di governare, c'è una sinistra che sa opporsi, anzi è praticamente inesistente.
Insomma la manifestazione del 19 settembre, si farà, con molta probabilità il 3 ottobre, perciò vi invito a scendere tutti in piazza per manifestare a favore delle NOSTRA LIBERTA' DI STAMPA, LIBERTA' DI INFORMAZIONE E LIBERTA' DI ESPRESSIONE, IN QUESTA ITALIA CHE NON CI APPARTIENE, CHE RISULTA OCCUPATA DA POLITICI DI MERDA E CHE NON CI APPARTEMGONO, CHE SANNO MASCHERARE BENE LA NUOVA FORMA DI DITTATURA SILENZIOSA.
L'ITALIA INFATTI E' UNA DITTATURA, MA NOI ANCORA PENSIAMO CHE SIA UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA, MA OGGI IN ITALIA LA DEMOCRAZIA E' MORTA, O FORSE IN TUTTI QUESTI ANNI NON E' MAI NATA.
IO SONO UN UOMO LIBERO E CONTINUERO' AD ESSERLO FINCHE' VIVO, PERCHE' NEL MIO PICCOLO, CON IL MIO SEMPLICE LAVORO, LASCIO GESTI D'AMORE, PACE E NON VIOLENZA, UTILI PER COSTRUIRE UN MONDO CON PIU' LIBERTA'.

sabato 12 settembre 2009

LIBERTA' DI STAMPA ( IL 19 SETTEMBRE A ROMA DIFENDIAMO IL DIRITTO ALLA LIBERTA' DI STAMPA)

Silvio Berlusconi (Il presidente del consiglio della repubblica DEMOCRATICA italiana sulla Costituzione, ma ke in realtà è un dittatura silenziosa) ha denunciato alcuni giornali internazionali per aver pubblicato quella che lui definisce "spazzattura" sulla sua vita privata. Subito dal villaggio globale si è sollevato un gran polverone in difesa della libertà di stampa. E' sceso in campo perfino Alastair Campbell, responsabile della comunicazione di Tony Blair e maestro nell'arte di confondere i mezi d'informazione per fargli scrivere quello che vuole lui. Le critiche a Berlusconi sono unanimi ed GIUSTO CHE SIA COSI'. Peccato però che non si approfitti della vicenda per riflettere sul ruolo della stampa mondiale. Da Judith Miller del New York Times, che pubblicò le bugie della Casa Bianca (ai tempi dell'idiota di Bush) sull'Iraq, allo scandalo legato al suicidio di David Kelly, costato il posto al direttore della BBC, fino alla censura quotidiana degli articoli che raccontano le malefatte delle multinazionali, la politica e i mezzi d'informazione vanno a braccetto da troppo tempo, purtroppo.
E' ora che la stampa torni a essere INDIPENDENTE e che i giornalisti tornino a fare il loro mestiere, che è quello di diffidare dei politici, dei responsabili delle pubbliche relazioni e di tutto il carrozzone della politica spettacolo, che tormenta la REPUBBLICA DEMOCRATICA ITALIANA.
LA REALTA' E' CHE LA VERA SPAZZATURA E' BERLUSCONI, CHE CI RIEMPE DELLE SUE CAZZATE E POI SMENTISCE SEMPRE TUTTO. UN UOMO CHE NEGA ANCHE L'EVIDENZA DEI FATTI CHE LO COLPEVOLIZZANO SEMPRE, ANCHE DI FRONTE A FATTI CHE HANNO PROVE SENSATE. E' GIUNTO IL TEMPO DI FAR VALERE I NOSTRI DIRITTI, DI DIFENDERE LA NOSTRA COSTITUZIONE CON CONVINZIONE, PER LA LIBERTA' DI STAMPA E PER TUTTE LE ALTRE LIBERTA' FONDAMENTALI. MA PER FARE TUTTO QUESTO NON SERVONO PIU' PAROLE, BISOGNA TROVARE IL CORAGGIO DI FARE AZIONI DURE CONTRO QUESTI POLITICI DI MERDA CHE RIEMPON DI STRONZATE E CHE FANNO DEL PARLAMENTO UN CONTINUO TEATRINO DI MARIONETTE. NON IMPORTA IL COLORE O LO SCHIERAMENTO POLITICO, TUTTI QUELLI CHE STANNO AL PARLAMENTO SONO DELLE MARIONETTE, PRONTE OGNI GIORNO A FARE IL LORO SPETTACOLI.

venerdì 11 settembre 2009

UNO SPIRAGLIO PER IL DARFUR

Nella regione del Sudan le vittime delle violenze diminuiscono. Un'occasione per cercare le pace, con l'aiuto di Washington (e del grande Barack Obama)
La guerra in Darfur è davvero finita?
Se lo chiedono Rodolphe Adada e Martin Luther Agwai, i due più alti respnsabili, civili e militari, della missione delle Nazioni Unite-Unione africana in Darfur (UNAMID).
Entrambi stanno per lasciare i loro incarichi, è quindi questa domanda può sembrare una provacazione. Ma non è così. Da gennaio non ci sono più stati raid su vasta scala dell'esercito sudanese e dei suoi alleati, le milizie janjawid, e ci sono state più vittime innocenti nei combattimenti dl Sud Sudan che in Darfur, all'est del paese. Ma non si può ancora parlare di pace in Darfur, dove 2,7 milioni di persone vivono nei campi profughi. L'unico dato certo è che il livello di violenza pianificato dalle autorità sudanesi è molto diminuito nel corso degli ultimi anni, riducendosi a un "conflitto a bassa intensità".
Questo non allegerisce di certo le responsanbilità di chi, soprattutto fra il 2003 e il 2005, ha fatto terra bruciata nella regione, attraverso i raid delle truppe di Khartoum e dei loro alleati contro la popolazione civile. E la necessità di trovare una soluzione rapida per riportare la pace nella regione è ancora urgente. I due responsabili della Unamid hanno ragione a sottolineare la fine degli scontri, a condizione pèerò che questa constatazione conduca a seri sforzi negoziali. Alcune organizzazioni per la difesa dei diritti umani e molti responsabili politici, in particolare all'epoca dell'amministrazione Bush, hanno continuato ad affermare che in Darfur era in corso un genocidio. Un modo di presentare la situazione che è stato pubblicizzato da star internazionali, ma ha reso più difficili le trattative con Khartoum.
L'amministrazione Obama ha fatto una scelta diversa. Ha mandato in Sudan un inviato speciale, Scott Gration, che ha ripreso il dialogo con il governo e si è impegnato con i paesi della regione per riunificare le forze ribelli e foavorire negoziati unitari con Khartoum. Nel 2005, grazie alla pressione di Washington, era statoa trovata una soluzione al conflitto tra Nord e Sud Sudan, e le diverse fazioni avevano firmato uno storico accordo di pace.
La speranza è che, con l'aiuto degli Stati Uniti, in Darfur si possa arrivare ad una pace stabile.
Da "Le Monde" quotidiano francese
LOTTIAMO TUTTI INSIEME, PERCHè ANCHE IN DARFUR, POSSA RITORNARE LA PACE

domenica 6 settembre 2009

UN MILIARDO DI PERSONE MUORE DI FAME E NOI????? RESTIAMO SOLO A GUARDARE...

Sale a più di un miliardo, il numero di persone che soffrono la fame nel mondo. I raccolti non mancano, ma la crisi economica, che secondi i nostri politici del cazzo non c'è, riduce i redditi e fa aumentare la disoccupazione.
Ormai gli esperti le chiamano le "Tre F". Stanno per "Fuel", "Food" e Finance" (carburante, cibo e finanza) e sono tre fattori che sopraponendosi hanno avuto un forte impatto sulle famiglie povere. Da mesi l'Organizzazione per l'Alimentazione e l'Agricultura (FAO) avverte che la crisi economica, con il rincaro dei prezzi degli alimenti e del petrolio, avvrebbe fatto aumentare il numero di persone sottonutrite, oggi precisa l'ampiezza del fenomeno: nel 2009 soffriranno la fame circa 100 milioni di persone in più. Secondo queste stime, realizzate insieme al Programma alimentare mondiale (Pam) e al Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Fida), nel 2009 la sottonutrizione raggiungerà il livello record 1,02 miliardi di persone (11 % in più rispetto al 2008) superando così per la prima volta la soglia del miliardo. Nel 2005 erano circa 870 milioni le persone che soffrivano la fame. Stando alle tre agenzie dell'Onu, la crisi sta cancellando i progressi degli ultimi anni nella lotta alla fame.
L'agravarsi della situazione, spiega la Fao, non dipende dai cattivi raccolti, ma dalla crisi economica che ha ridotto i redditi i redditi e aumentato la disoccupazione. Il calo delle esportazioni ha lasciato molte persone senza lavoro. Sono aumentati i licenziamenti nell'industria mineraria e nel turismo. Sono diminuite le rimesse di denaro degli emigrati. Molti di quelli che lavoravano nelle città o all'estero, sono tornati nelle campagne. E poi, per molte famiglie, alla crisi economica si aggiunge l'elevato costo dei generi alimentari. Il prezzo dei cereali sulla borsa alimentare mondiale è sceso, ma a livello locale è rimasto alto, ed è ancora del 24 % più caro rispetto al 2006.
Di recente il Pam, ha realizzato un indice della crisi economica e alimentare, e ha individuato i 40 Paesi che saranno più colpiti. Inoltre ha compiuto uno studio su cinque Nazioni (Armenia, Bangladesh, Ghana; Zambia e Nicaragua) da cui è emerso che le famiglie rispondono alla crisi in modo simile: riduzione del numero dei pasti, scelta alimenti meno cari, ma anche meno nutrienti (per esempio, eliminazione della carne), vendita del bestiame, prestiti, descolarizzazione dei bambini. "Quelli colpiti più duramente non sono necessariamente i più poveri, ma una nuova categoria che deve far fronte a un rapido scivolamento nella miseria", spiega il Pam.
"Le persone che seguiamo, le più vulnerabili, non sono direttamente colpite dalla crisi finanziaria, ma subiranno contraccolpi delle difficoltà delle classi medie che, se soffrono, potranno aiutarle di meno", spiega Ludovic Bourbé, direttore tecnico di Action contre le faim. Nel Ciad, racconta, la sua organizzazione umanitaria, ha visto che alcune donne ricevono meno spesso le rimesse dei loro uomini che lavorano lontano, o comunque ricevono somme inferiori. Quantificare l'impatto della crisi è ancora difficile, ma Bourbè ammette che i licenziamenti e il ritorno a casa dei lavoratori che da fuori potevano mantenere anche 10 persone sono allarmanti.
QUESTI DRAMMATICI AVVENIMENTI RIPORTATI NELL'ARTICOLO SOPRA, SONO NOTIZIE FONDATE SU DATI FORNITI DALLA FAO E SONO DA PRENDERE SERIAMENTE IN CONSIDERAZIONE, MENTRE NOI STIAMO A BRACCIA CONSERTE DI FRONTE A TUTTO QUESTO. IL SILENZIO E' LA SCONFITTA DEI DEBOLI. DOBBIAMO REAGIRE ED IN FRETTA PER EVITARE CHE OGNI GIORNO QUESTO NUMERO POSSA DIVENTARE SEMPRE PIU' ALLARMANTE. IO DICO BASTA!!!!!!!!!!!!

giovedì 3 settembre 2009

QUEL CHE DICEVA IL GRANDE PIERPAOLO PASOLINI...E' SOLO VERITA' NON C'E' NIENTE DI PIU' VERO DELLE SUE GIUSTE PAROLE CONTRO L'ITALIA VERGOGNOSA DEGLI ANNI DI PIOMBO E CHE ANCORA OGGI SI PORTA DIETRO LA STESSA IDENTICA MERDA...

Cos'è questo golpe? Io so
di Pier Paolo Pasolini
Io so.Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di "golpe" istituitasi a sistema di protezione del potere).Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti.Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974).Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del "referendum".Io so i nomi di coloro che, tra una Messa e l'altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l'organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neo-fascisti, anzi neo-nazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista). Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel generale della Forestale che operava, alquanto operettisticamente, a Città Ducale (mentre i boschi italiani bruciavano), o a dei personaggio grigi e puramente organizzativi come il generale Miceli.Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, siciliani o no, che si sono messi a disposizione, come killer e sicari.Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli.Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell'istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il mio "progetto di romanzo", sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il '68 non è poi così difficile.Tale verità - lo si sente con assoluta precisione - sta dietro una grande quantità di interventi anche giornalistici e politici: cioè non di immaginazione o di finzione come è per sua natura il mio. Ultimo esempio: è chiaro che la verità urgeva, con tutti i suoi nomi, dietro all'editoriale del "Corriere della Sera", del 1° novembre 1974.Probabilmente i giornalisti e i politici hanno anche delle prove o, almeno, degli indizi.Ora il problema è questo: i giornalisti e i politici, pur avendo forse delle prove e certamente degli indizi, non fanno i nomi.A chi dunque compete fare questi nomi? Evidentemente a chi non solo ha il necessario coraggio, ma, insieme, non è compromesso nella pratica col potere, e, inoltre, non ha, per definizione, niente da perdere: cioè un intellettuale.Un intellettuale dunque potrebbe benissimo fare pubblicamente quei nomi: ma egli non ha né prove né indizi.Il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove ed indizi.Mi si potrebbe obiettare che io, per esempio, come intellettuale, e inventore di storie, potrei entrare in quel mondo esplicitamente politico (del potere o intorno al potere), compromettermi con esso, e quindi partecipare del diritto ad avere, con una certa alta probabilità, prove ed indizi.Ma a tale obiezione io risponderei che ciò non è possibile, perché è proprio la ripugnanza ad entrare in un simile mondo politico che si identifica col mio potenziale coraggio intellettuale a dire la verità: cioè a fare i nomi.Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia. All'intellettuale - profondamente e visceralmente disprezzato da tutta la borghesia italiana - si deferisce un mandato falsamente alto e nobile, in realtà servile: quello di dibattere i problemi morali e ideologici.Se egli vien messo a questo mandato viene considerato traditore del suo ruolo: si grida subito (come se non si aspettasse altro che questo) al "tradimento dei chierici" è un alibi e una gratificazione per i politici e per i servi del potere.Ma non esiste solo il potere: esiste anche un'opposizione al potere. In Italia questa opposizione è così vasta e forte da essere un potere essa stessa: mi riferisco naturalmente al Partito comunista italiano.È certo che in questo momento la presenza di un grande partito all'opposizione come è il Partito comunista italiano è la salvezza dell'Italia e delle sue povere istituzioni democratiche.Il Partito comunista italiano è un Paese pulito in un Paese sporco, un Paese onesto in un Paese disonesto, un Paese intelligente in un Paese idiota, un Paese colto in un Paese ignorante, un Paese umanistico in un Paese consumistico. In questi ultimi anni tra il Partito comunista italiano, inteso in senso autenticamente unitario - in un compatto "insieme" di dirigenti, base e votanti - e il resto dell'Italia, si è aperto un baratto: per cui il Partito comunista italiano è divenuto appunto un "Paese separato", un'isola. Ed è proprio per questo che esso può oggi avere rapporti stretti come non mai col potere effettivo, corrotto, inetto, degradato: ma si tratta di rapporti diplomatici, quasi da nazione a nazione. In realtà le due morali sono incommensurabili, intese nella loro concretezza, nella loro totalità. È possibile, proprio su queste basi, prospettare quel "compromesso", realistico, che forse salverebbe l'Italia dal completo sfacelo: "compromesso" che sarebbe però in realtà una "alleanza" tra due Stati confinanti, o tra due Stati incastrati uno nell'altro.Ma proprio tutto ciò che di positivo ho detto sul Partito comunista italiano ne costituisce anche il momento relativamente negativo.La divisione del Paese in due Paesi, uno affondato fino al collo nella degradazione e nella degenerazione, l'altro intatto e non compromesso, non può essere una ragione di pace e di costruttività.Inoltre, concepita così come io l'ho qui delineata, credo oggettivamente, cioè come un Paese nel Paese, l'opposizione si identifica con un altro potere: che tuttavia è sempre potere.Di conseguenza gli uomini politici di tale opposizione non possono non comportarsi anch'essi come uomini di potere.Nel caso specifico, che in questo momento così drammaticamente ci riguarda, anch'essi hanno deferito all'intellettuale un mandato stabilito da loro. E, se l'intellettuale viene meno a questo mandato - puramente morale e ideologico - ecco che è, con somma soddisfazione di tutti, un traditore.Ora, perché neanche gli uomini politici dell'opposizione, se hanno - come probabilmente hanno - prove o almeno indizi, non fanno i nomi dei responsabili reali, cioè politici, dei comici golpe e delle spaventose stragi di questi anni? È semplice: essi non li fanno nella misura in cui distinguono - a differenza di quanto farebbe un intellettuale - verità politica da pratica politica. E quindi, naturalmente, neanch'essi mettono al corrente di prove e indizi l'intellettuale non funzionario: non se lo sognano nemmeno, com'è del resto normale, data l'oggettiva situazione di fatto.L'intellettuale deve continuare ad attenersi a quello che gli viene imposto come suo dovere, a iterare il proprio modo codificato di intervento.Lo so bene che non è il caso - in questo particolare momento della storia italiana - di fare pubblicamente una mozione di sfiducia contro l'intera classe politica. Non è diplomatico, non è opportuno. Ma queste categorie della politica, non della verità politica: quella che - quando può e come può - l'impotente intellettuale è tenuto a servire.Ebbene, proprio perché io non posso fare i nomi dei responsabili dei tentativi di colpo di Stato e delle stragi (e non al posto di questo) io non posso pronunciare la mia debole e ideale accusa contro l'intera classe politica italiana.E io faccio in quanto io credo alla politica, credo nei principi "formali" della democrazia, credo nel Parlamento e credo nei partiti. E naturalmente attraverso la mia particolare ottica che è quella di un comunista.Sono pronto a ritirare la mia mozione di sfiducia (anzi non aspetto altro che questo) solo quando un uomo politico - non per opportunità, cioè non perché sia venuto il momento, ma piuttosto per creare la possibilità di tale momento - deciderà di fare i nomi dei responsabili dei colpi di Stato e delle stragi, che evidentemente egli sa, come me, non può non avere prove, o almeno indizi.Probabilmente - se il potere americano lo consentirà - magari decidendo "diplomaticamente" di concedere a un'altra democrazia ciò che la democrazia americana si è concessa a proposito di Nixon - questi nomi prima o poi saranno detti. Ma a dirli saranno uomini che hanno condiviso con essi il potere: come minori responsabili contro maggiori responsabili (e non è detto, come nel caso americano, che siano migliori). Questo sarebbe in definitiva il vero Colpo di Stato.

"Boicotta il turismo sionista" scritte antisemite sulle serrande di alcuni "Cts" della Capitale

è ormai chiaro da alcuni mesi che Roma è assediata da una terribile campagna razziale contro ebrei, neri e omosessuali. La realtà che si vive oggi nella Capitale italiana è davvero davvero tragica, se tiene conto di tutti questi tragici eventi di questi giorni che stanno coinvolgendo ingiustamente la povera popolazione omosessuale romana.
Ma non è tutto, ad inizio di questa calda estate 2009, gruppi di destra hanno danneggiato molti Centri Turistici per Studenti (Cts) con scritte antisemite, che chiedevano alla gente di non recarsi in vacanza in Israele durante l'estate, inoltre sono comparse anche scritte antisemite che hanno avuto forti ripercussioni sul pensiero di pace e libertà che in questi anni sta sconvolgendo sempre di più la libertà di vivere in lòibertà.
Adesso dobbiamo dire basta, dobbiamo lottare per evitare che ancora oggi avvengano ingiuste azioni omofobe, perchè nel 2009, non si può pensare di agire contro donne e uomini LIBERI, di professare LIBERAMENTE la loro religione, di manifestare LIBERAMENTE la loro sessualità, di espreimere LIBERAMENTE il loro pensiero politico.
BASTA! LOTTIAMO AFFINCHE' NON AVVENGANO NUOVI FATTI CON QUESTA INAUDITA' GRAVITA'...IO MI SCHIERO DALLA PARTE DI CHI SA PROFESSARE LIBERAMENTE IL SUO PENSIERO, SENZA LEDERE IL PENSIERO ALTRUI, IO LOTTERO' PER RIPORTARE NEL MONDO LA LIBERTA' CHE I POLITICI CI HANNO RUBATO. IL MONDO E' NATO COME UN SISTEMA LIBERO SENZA DISCRIMIZIONI, ORA E' ARRIVATO IL MOMENTO DI RIPORTARE AL MONDO LA LIBERTA' CHE DEVE TORNARE AD ESSERE PROFESSATA LIBERAMENTE.
VIVA LA PACE E LA LIBERTA' DI PENSARE LIBERAMENTE...