Post di Pace...

giovedì 23 luglio 2009

La Bandiera della Pace esposta non è reato


ECCO DUE ARTICOLI UNO DEL 2003 E UNO DEL 2009 DOVE VIENE VIETATA LA BANDIERA DELLA PACE


Lite fra genitori e dirigente sulla bandiera della pace

Repubblica — 12 marzo 2003 pagina 7 sezione: TORINO


«La bandiera della pace è stata censurata nella scuola dei nostri bambini». La denuncia arriva da un gruppo di genitori della scuola elementare Francesco d' Assisi (dell' istituto comprensivo Tommaseo) che ieri hanno distribuito volantini in cui accusavano la dirigenza della scuola di aver tolto la bandiera dal pennone dell' istituto e di aver «vietato a insegnanti e scolari di esporre lavori, simboli e quant' altro si riferisse alla pace negli spazi comuni della scuola». «è diventato ormai così pericolosa la parola pace - si chiedono i genitori - L' educazione alla pace non è un optional, ma un dovere della scuola e quella bandiera non è simbolo di parte, ma di un diritto universale sancito nella nostra Costituzione». Replica il dirigente scolastico Raffaele Moretto. «Per ciò che riguarda la bandiera ho applicato una disposizione della Prefettura che stabilisce che possono esser esposte sugli edifici scolastici solo quella italiana e della Ue. E non ho vietato null' altro. Anzi con una circolare il 25 febbraio ho invitato gli insegnanti a trattare il tema della pace proprio alla luce dell' articolo 11 della Costituzione. Senza faziosità dunque».




Multata la Pace. Proprio così. Centocinquantacinque euro (più 5,60 per le spese di notifica) di ammenda per la grande e colorata bandiera simbolo universale della Pace. Uno stendardo portato in corteo da famiglie con bambini al seguito nel corso della "Marcia della Pace" che si è svolta a fine marzo promossa dalla "Tavola della pace" di Franciacorta - Monte Orfano. Il fatto è accaduto a Chiari, comune bresciano governato dal senatore leghista Sandro Mazzatorta protagonista, tra l'altro, anche di una vicenda di "residenza negata" ad una famiglia Sinti con 5 bambini portata anche all'attenzione della Camera dei Deputati lo scorso 28 ottobre dall'onorevole Furio Colombo.Ma tornando alla vicenda dell'ammenda al simbolo della Pace sventolato nel corteo lungo le strade della località bresciana è bene spiegare che i manifestanti avevano, tra l'altro, ricevuto dalla Questura di Brescia l'autorizzazione a passare e sostare nella piazza centrale del paese. Almeno per due ore. Come previsto dal programma regolarmente presentato. Nonostante questo, però, un agente della polizia locale ha pensato bene di redigere un verbale per «occupazione di suolo pubblico con un veicolo allestito con casse, bandiere e cartelloni, e una bandiera di notevoli dimensioni». Da segnalare peraltro che l'agente ha evitato di notificare la multa ai diretti interessati durante la manifestazione. L'associazione promotrice dell'iniziativa pacifista, che al momento ha scelto di non pagare la multa, nelle scorse settimane, si è rivolta anche alla Prefettura di Brescia. In un comunicato, inoltre, l'associazione fa sapere che «La Marcia della Pace ha ottenuto tutti i necessari permessi proprio dalla questura di Brescia che oltretutto è dovuta intervenire nei confronti dell'amministrazione comunale che inizialmente aveva negato l'autorizzazione alla manifestazione senza dare alcuna motivazione». Giuseppe Matteotti a nome della "Tavola della pace" Franciacorta parla di «multa discriminatoria nei confronti di realtà associative e iniziative il cui pensiero non segue la stessa direzione dell'attuale governo nazionale e locale. Per noi è importante conoscere la posizione del prefetto di Brescia, al quale abbiamo scritto, in qualità di rappresentante dello Stato». Per i pacifisti dunque è fondamentale ristabilire il diritto a manifestare. In attesa di una risposta gli esponenti del gruppo franciacortino pensano di scrivere anche al Presidente della Repubblica che proprio nelle scorse settimane aveva elogiato il lavoro compiuto dalla Tavola della pace nazionale.

E IO DICOI VERGOGNA NON SI PUO ACCETTARE TUTTO QUESTO...

lunedì 20 luglio 2009

Sempre e solo contro ogni guerra sempre ingiusta, voglio proporvi due poesie contro la guerra del grande Bertold Brecht:

La guerra che verrà non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima C’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente Faceva la fame.
Fra i vincitori Faceva la fame la povera gente egualmente.
Bertold Brecht

Generale, il tuo carro armatoè una macchina potente,
Spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto: ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente,
Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto: ha bisogno di un meccanico.
Generale, l’uomo fa di tutto. Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto: può pensare.
Bertold Brecht

Queste due poesie hanno suscitato in me grandi emozioni quando le ho lette per la prima volta, spero che anche per voi, possano suscitare forti emozioni.
Lasciatevi trasportare da queste parole e facciamo che la pace possa diventare un giorno realtà e non più utopia.

"...Vorrei costruire la pace con la forza dei nostri pensieri, applicandoli concretamente, senza la forza delle armi." (Daniele Pastore)

martedì 14 luglio 2009

Difendiamo i nostri diritti perchè nessuno può scalfire la nostra libertà, combattiamo contro chi tenta di violare la nostra dignità e il nostro libero pensare. Dobbiamo difendere i nostri diritti, tutti dobbiamo difendere la nostra Costituzione ke sancisce i principi di libertà, uguaglianza e del diritto al lavoro.
Per il principio di libertà, e io aggiungo del libero pensare, difendiamo l'articolo 21, sotto riportato:
Art. 21 - « Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.»

domenica 12 luglio 2009

Iniziamo con una delle mie poesie che rispecchiano il messaggio di pace e di non violenza.

CAMBIARE CON LA PACE, COSTRUENDOLA

Ancora vittime di guerra e del terrorismo
in quel Libano lontano e in quei paesi dimenticati
da tutti.
La guerra non si ferma, è
come un treno che continua la sua corsa
inarrestabile sui binari della vita
senza fare fermate, nè soste.
Essa fa sempre più paura ai bambini libanesi
ed africani, che si coprono sotto i loro cari padri
anche loro impauriti mentre li abbracciano
come se non li rivedessero mai più.
Non si trova soluzione a queste guerre
e nell’aria il mormorio delle armi non si ferma,
portando il terrore negli occhi di tutti.
Tutti coloro amanti delle armi ci illudono
che la guerra porta democrazia
in tutto il mondo.
Ma non è così, la democrazia si porta col dialogo,
con la pace, con l’uguaglianza e la fratellanza
tra gli uomini.
Vorrei costruire la pace con la forza
dei nostri pensieri, applicandoli concretamente,
senza la forza delle armi.
Questa poesia è dedicata ad Angelo Frammartino assassinato il 10 agosto 2006 in Palestina. Angelo era in Palestina per un'esperienza di volontariato e la sua giovane vita è stata spezzata in pochi istanti. Angelo abitava nel mio paese, Monterotondo, e nella memoria e nel cuore di chi non lo ha dimenticato, Angelo vive ancora!!!!!!!!!!!!!!!!