Post di Pace...

domenica 29 novembre 2009

Nigeria, il diritto d'essere curati

Il governo ha abrogato una legge che imponeva ai medici l'intervento della polizia prima di curare feriti da arma da fuoco

Il governo della Nigeria ha revocato una legge che proibiva ai medici di curare ferite da armi da fuoco prima che la polizia avesse redatto il proprio verbale.

La morte del vice caporedattore del quotidiano nigeriano Guardian, Bayo Ohu, ha destato grande scalpore in Nigeria e non solo per il fatto che non sono ancora chiare le ragioni della sua uccisione. Domenica 20 settembre Ohu era a casa con la famiglia, alla periferia di Lagos, quando un commando militare ha bussato alla sua porta per crivellarlo di colpi nel momento in cui è andato ad aprire. Il commando, che ha portato via solo un telefonino e il computer per simulare un furto, gli ha scaricato addosso almeno una decina di caricatori. Eppure, almeno tecnicamente, non sono stati gli assalitori ad ammazzarlo, dal momento che il giornalista è arrivato in ospedale ancora vivo. Sono stati i medici che ha trovato al pronto soccorso ad ucciderlo definitivamente, rifiutandosi di curarlo fino a quando non fosse intervenuta la polizia, nonostante perdesse moltissimo sangue.

Come Bayo Ohu, sono moltissime le persone che ogni anno in Nigeria, uno dei paesi più violenti al mondo, non ricevono in tempo le cure per ferite da armi da sparo e proprio l'aumento dei decessi e l'episodio di Ohu hanno spinto le autorità a metter in discussione una legge che era in vigore dagli anni '80. L'iniziativa è stata presa da un gruppo di politici, capeggiati dal senatore Osita Izunaso, che rivolgendosi al Senato ha definito "insensibile e inumana" una legge che permette ai "medici di rifiutarsi di curare un ferito sulla base di un rapporto di polizia". Oggi l'abrogazione del provvedimento.

"Come medici professionisti noi dovremmo curare come prima cosa, non dovremmo metter i soldi davanti alla vita dei pazienti. Non chiedete soldi o il rapporto della polizia. Date le cure di cui hanno bisogno" ha sentenziato il ministro della Salute Babatunde Osotimehin durante la conferenza stampa. Il vice ispettore generale della polizia, Uba Ringim, ha confermato che circolari con le nuove disposizioni sono state inviate a tutti i dipartimenti di polizia e a tutti gli ospedali ripentedo che la priorità dovrà essere quella di salvare vite umane. "Ciò che è importante è proteggere le persone, curarle, dare a loro tutte le attenzioni di cui hanno bisogno e solo dopo contattare la polizia per dare tutte le informazioni". D'ora in avanti rifiutarsi di curare un paziente o riterdarne il soccorso verrà considerato un crimine, punibile anche con la detenzione in carcere.

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