lunedì 24 gennaio 2011

India, pace in Assam

Dopo trent'anni di guerra e oltre quindicimila morti, i ribelli separatisti del Fronte unito di liberazione dell'Assam (Ulfa) si dichiarano pronti a negoziare con il governo indiano
Arabinda Rajkhowa, leader politico dei guerriglieri indipendentisti del Fronte unito di liberazione dell'Assam (Ulfa), ha ufficialmente trasmesso al governo statale la decisione di avviare negoziati di pace per porre fine al trentennale conflitto separatista, costato oltre quindicimila morti e centinaia di miglia di sfollati.

Rajkhowa, rilasciato su cauzione il primo gennaio dopo oltre un anno di prigione, ha inviato una lettera al governatore dell'Assam, Tarun Gogoi, nella quale si comunica che il comitato centrale dell'Ulfa, compreso il comandante militare dei ribelli, Paresh Baruah, si riunirà presto per proporre un primo incontro al governo.

''La lettera che ho ricevuto da Rajkhowa esprime la chiara volontà dell'Ulfa di avviare colloqui di pace. Il quando dipende da loro: ce lo comunicheranno non appena i loro vertici si saranno riuniti e avranno deciso''.

L'intensità dei combattimenti tra ribelli e forze governative è iniziata a calare fin dall'estate del 2008, dopo il cessate il fuoco unilaterale proclamato dalla principale unità da combattimento dell'Ulfa: il 28° battaglione 'Kashmir' del comandante Mrinal Hazarika.

Ma è dal 2009, con l'arresto in Bangladesh di gran parte della dirigenza politica dei ribelli, che le attività militari dell'Ulfa sono praticamente cessate. Le ultime notizie di attacchi ribelli e scontri armati con i militari indiani risalgono all'estate scorsa.

A parte l'incognita sull'accettazione dei negoziati da parte di tutti i comandanti locali dell'Ulfa, bisogna ricordare che in Assam rimangono operativi diversi gruppi ribelli minori: in particolare il Fronte nazionale democratico del Bodoland (Ndfb), che ancora lo scorso novembre si è reso protagonista di violenze a sfondo etnico.

Il Fronte unito di liberazione dell'Assam ha iniziato a combattere nel 1979 per la creazione di uno Stato assamese separato dal governo federale indiano, accusato di sfruttare in maniera colonialistica le risorse naturali - soprattutto petrolio - della fertile valle del Brahmaputra, lasciando nella miseria e nel sottosviluppo le popolazioni locali, che in effetti non hanno mai tratto alcun beneficio dal boom economico indiano.

Da un punto di vista storico, i ribelli assamesi basano le loro rivendicazioni indipendentiste sull'esistenza del Regno di Assam (o di Ahom), fondato nel XIII secolo dopo Cristo e rimasto autonomo dall'India fino alla colonizzazione britannica nel 1826.

Fin dalla sua nascita, l'Ulfa - che originariamente si definiva una forza rivoluzionaria e socialista, contraria al sistema delle caste - è sostenuto, armato, addestrato e finanziato dai servizi segreti pachistani (Isi) e dalla loro emanazione bengalese (Dgfi) in funzione anti-indiana. Le basi dell'Ulfa si trovano in Bangladesh, Buthan e Myanmar.

Oltre agli attacchi contro le forze di sicurezza indiane e agli attentati contro stazioni, treni e strutture petrolifere, l'Ulfa si è contraddistinto anche per una sanguinosa campagna - che ha avuto il suo picco nel 2007 - contro i lavoratori immigrati indiani che, secondo l'Ulfa, il governo di Nuova Delhi manda in Assam come coloni.

A pagare il conto più salato di questa guerra sono stati comunque i civili assamesi, vittime di gravi abusi da parte delle forze armate indiane: arresti arbitrari, torture, stupri, esecuzioni extragiudiziali condotti in nome della 'lotta al terrorismo'.

1 commento:

  1. La pace non è soltanto
    il contrario di guerra:
    pace è di più.
    Pace è la legge della vita umana.
    Pace è quando noi agiamo
    in modo giusto
    è quando tra ogni singolo essere umano
    regna la giustizia.

    Nohawh
    (indiani Irochesi)

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