venerdì 28 agosto 2009

NO ALLE LEGGI RAZZIALI

L'appello degli intellettuali: <>

Alla cultura democratica europea e ai giornali che la esprimono.
Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sull'intera società europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state però conosciute in tempo. In questo momento c'è una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, però, un dovero di quanti vivono in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscirà ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinai di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divietom si impedisce, in ragione della nazionalità, l'esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia e religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri, ma agli stessi italiani. Con una norma ancora più lesiva delle dignità e della stessa qualità umana, è stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transuente, i figli generati da madri straniere irregolari, diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto sino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravità di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone credono a una comune umanità. L'Europa non può ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onere di tutti noi europei che ciò non accada.
la cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare la propria opposizione.
Questa è la lettera aperta pubblicata qualche giorno fa su Liberazione, scritti dagli intellettuali italiani che non sono daccordo con le leggi razziali proposto dal governo Berlusconi.
Gli intellettuali sono: Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio.
ANCHE IO SONO CON LORO EVITIAMO CHE QUESTO SCEMPIO POSSA AVVENIRE.

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