Post di Pace...

lunedì 7 marzo 2011

Libia sull'orlo di una guerra civile. I telegiornali italiani difendono Gheddafi

E' drammatica la situazione che ogni giorno, giorno dopo giorno, va delineandosi in Libia. Ogni giorno muoiono vittime innocenti di una guerra, che nessuno chiama guerra, scoppiata a cuasa dei bombardamenti continui dell'esercito di Gheddafi. Tutto nasce all'incirca un mese quando anche in Libia, dopo lo scoppio di rivolte popolari in Tunisia, Algeria, Egitto, per contrastare il loro regime per ottenere diritti di cui non godono, il popolo libico sull'onda di questi fatti scende in piazza a manifestare il proprio dissenso contro il suo leader politico Gheddafi, dittatore da oltre 20 anni.
Inizialmente tutto sembrava nato come una rivolta pacifica, ordinata, libera, nata da unn dissenso di un popolo che dopo anni di torture, mai raccontate e ingiustizie subite mai condannate, si ritrova unito ad afforntare il suo leader. Dopo giorni di pacifica rivolta, iniziano a sorgere le prime insicurezze di Gheddafi che si sente tradito, abbandonato dal suo popolo, e decide allora di infiltrare suoi alleati tra la popolazione pacifica per dimostrare che tutti coloro che vanno contro il regime sono dei rivoltosi. Oggi a distanza di giorni la situazione è degenerata e purtroppo è scoppiata una vera e propria guerra civile, ma nessuno lo dice, nessuno sa niente.
In Italia, i nostri telegiornali, specialmente il Tg1 del fascista di Minzolini, difende Gheddafi, definendolo vittima di questi rivoltosi libici. Purtroppo fa così anche Silvio Berlusconi difendendo il suo amico ed impegnato a farsi i Casi suoi e senza mai, preoccuparsi di un Paese, la nostra Italia, che è sull'orlo di una crisi. E' vergognoso che un capo di Stato difende a spada tratta un altro capo di Stato solo perchè l'Italia, ahimé, ha degli accordi economici con la suddetta Libia. Io credo solo che sia paura, perchè di fronte a queste rivolte, a questi scontri che si stanno verificando in Libia e in tutti i Paesi nordafricani, non si può difendere un politico, ma solamente rimboccarsi le maniche ed evitare il tracollo del nostro Paese.
Io oggi non sono qui a difendere, il popolo libico, nemmeno a condannare qualcuno, voglio semplicemente dire che tutte queste rivolte scoppiate, guarda caso proprio in Africa nello stesso momento, non sono frutto del caso o banali rivolte, ma sono secondo me l'avvio di uno momento socio-economico-politico, al quale presto o tardi tutti dovremmo arrenderci. Queste rivolte non nascono per caso, nascono a mio personalissimo parere, come rivolta al Capitalismo, che da anni ormai è satura e vive in una profonda crisi sistemica, che non riguarda solo una crisi economica, ma è anche una crisi politica, sociale e ambientale.
Questa lotta al Capitalismo, scoppiata nei Paesi africani nasce dalla voglia di questi popoli di autodeterminarsi, per dire basta ai loro regimi e per creare una Costituzione vera che rispetti i sani principi della democrazia, che in questi anni abbiamo perso. Ripartiamo dall'Africa per ricostruire la democrazia, per ritrovare quel senso di libertà e di pace che oggi resta solo utopia.

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